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Messaggio inserito da sancar48
Assimilare e gestire i contenuti delle piante che state elencando.Cerco di spiegarmi meglio anche se non è facile per me che di piante capisco veramente poco.Le stesse erbe si presentano con aspetti diversi nelle varie stagioni, quindi penso che anche i contenuti varino.Il trifoglio appena spuntato dovrebbe , a logica, essere diverso da quello in fiore o con il seme maturo o secco e questo dovrebbe avvenire con tutte le erbe nelle varie fasi di sviluppo. Le mie selvagge, che credo siano molto affidabili, accettano o rifiutano lo stesso tipo di erba a seconda delle stagioni e non solo preferendole nei momenti in cui sono più tenere. Mangiano i fiori appena sbocciati ma non degnano di uno sguardo quelli appassiti o le capsule dei semi, si abboffano di susine quando cadono dall'albero, ma per due o tre giorni e poi non le toccano più.Addirittura mangiano quotidianamente una certa dose di gramigna, a prescindere dalla varietà di altre erbe o insalate che hanno a disposizione.Non mangiano mai piante aromatiche a parte un po' di prezzemolo in rari casi.Ignorano completamente alcune delle piante che ho visto elencate qui, anche se i valori nutrizionali che voi descrivete dovrebbero indurle a preferirle.Da questo ho dedotto, del tutto empiricamente, che il loro metabolismo sia condizionato non solo dall'andamento stagionale esterno, ma anche da quello interno.Nel periodo di massima attività sessuale i maschi mangiano in modo del tutto diverso dai momenti di quiete, e non solo per la quantità. Lo stesso dicasi per le femmine durante il periodo delle deposizioni.Badate, parlo delle selvagge, che sono arrivate da me già adulte e che quindi mi hanno fatto da maestre.
Certamente, e l'ho anche scritto in una delle mie risposte che ho fatto la media del contenuto proteico delle varie fasi(ovviamente riferita alle parti che una tartaruga può mangiate : foglie, fiori , frutti ma non fusti e radici.Come ho anche scritto che le considerazioni del dott Mosconi sono riferite a monocoltura (copio e incollo):
Si è soliti dare poca importanza all'alimentazione dei rettili mantenuti in cattività, partendo dal presupposto che l'animale stesso sia in grado di scegliersi la giusta dieta e quindi non sovrabbondi con cibi ed elementi nutrizionali potenzialmente pericolosi. Questo principio può essere accettabile per gli animali liberi con ampie possibilità di scelta nell'assortimento vegetale da cui attingere per il pasto quotidiano.
Diverso è il discorso in un'area circoscritta come un giardino, dove il prato polifito può essere stato sostituito da una monocoltura ( spesso trifoglio ) con finalità ornamentali o presupponendo esigenze alimentari non idonee per le nostre beniamine.
E' bene conoscere le proprietà antinutrizionali che possiedono diversi vegetali per non eccedere nella loro somministrazione alle tartarughe terrestri, integrando eventualmente quanto può venire a mancare a seguito di specifiche abitudini alimentari per ottimizzare la nutrizione in cattività.