Quasi una compagna per Lonesome George...

Letargo, cure, accoppiamento, deposizione ecc.
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AleeHali
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Quasi una compagna per Lonesome George...

Messaggioda AleeHali » mer dic 20, 2006 4:30 pm

Vi racconto una storia purtroppo senza lieto fine... Penso che tutti siate al corrente della situazione dell'ultimo esemplare di Chelonoidis nigra abingdoni, cui da decenni si cerca una compagna.
Allo Zoo di Praga c'è una bella femmina di circa 80cm, moderatamente a sella e terribilmente vanitosa (quando sono entrato nel recinto domenica scorsa si è subito messa in posa, alta sulle zampe e col collo esteso, per farsi ammirare...).
Qualche anno fa l'ha vista Peter Pritchard, ed esaminandola attentamente ha detto che c'erano ottime possibilità che, dopo tanti tentativi falliti, si fosse finalmente trovata la tartaruga giusta.
L'esame del DNA è stato affidato (e non poteva essere altrimenti..!) ad Adalgisa Caccone dell'Università di Yale, già autrice di numerose ricerche sulle tartarughe giganti.
I risultati sono arrivati da poco, e non sono ancora stati pubblicati (quindi il Forum del TCI ha un'ANTEPRIMA MONDIALE!).
Purtroppo sembra che sia andata male...
La tartaruga di Praga geneticamente è una ephippium: molto rara lo stesso, ma non va bene per George.

Insomma, possiamo solo continuare a sperare...

Ciao

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giulietta
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Messaggioda giulietta » mer dic 20, 2006 5:27 pm

Oh povero George!:(
Speriamo che prima o poi si trovi una compagna per lui;)

luca1988
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Messaggioda luca1988 » mer dic 20, 2006 5:55 pm

Poverino..speriamo in bene

anto
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Messaggioda anto » mer dic 20, 2006 7:15 pm

Non vorrei dire una cavolata...la butto li a caso...ma se proprio non si riesce a trovare una compagna per george, per evitare che la sua sottospecie si estingua (se non sbaglio è l'unico esemplare trovato in vita di geochelone nigra abingdoni), non si potrebbe provare con la clonazione??

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Ale
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Messaggioda Ale » mer dic 20, 2006 8:41 pm

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Non vorrei dire una cavolata...la butto li a caso...ma se proprio non si riesce a trovare una compagna per george, per evitare che la sua sottospecie si estingua (se non sbaglio è l'unico esemplare trovato in vita di geochelone nigra abingdoni), non si potrebbe provare con la clonazione??


Antò hai detto nà cavolata!!!!:D:D:D:D

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Ale
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Messaggioda Ale » mer dic 20, 2006 8:43 pm

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Messaggio inserito da AleeHali

Vi racconto una storia purtroppo senza lieto fine... Penso che tutti siate al corrente della situazione dell'ultimo esemplare di Chelonoidis nigra abingdoni, cui da decenni si cerca una compagna.
Allo Zoo di Praga c'è una bella femmina di circa 80cm, moderatamente a sella e terribilmente vanitosa (quando sono entrato nel recinto domenica scorsa si è subito messa in posa, alta sulle zampe e col collo esteso, per farsi ammirare...).
Qualche anno fa l'ha vista Peter Pritchard, ed esaminandola attentamente ha detto che c'erano ottime possibilità che, dopo tanti tentativi falliti, si fosse finalmente trovata la tartaruga giusta.
L'esame del DNA è stato affidato (e non poteva essere altrimenti..!) ad Adalgisa Caccone dell'Università di Yale, già autrice di numerose ricerche sulle tartarughe giganti.
I risultati sono arrivati da poco, e non sono ancora stati pubblicati (quindi il Forum del TCI ha un'ANTEPRIMA MONDIALE!).
Purtroppo sembra che sia andata male...
La tartaruga di Praga geneticamente è una ephippium: molto rara lo stesso, ma non va bene per George.

Insomma, possiamo solo continuare a sperare...

Ciao


Questa storia rappresenta un altro esempio di come somiglianze nell'aspetto esteriore non corrispondano a sopmiglianze genetiche.
Povero George.

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AleeHali
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Messaggioda AleeHali » mer dic 20, 2006 8:47 pm

Anto, è un discorso lungo...
Ti posso dire subito che sì, si è pensato anche a questo come ultima spiaggia, ed il genoma di George è già al sicuro.
Però non è semplice come sembra :D.
Il consiglio migliore che posso dare (a chiunque voglia farsi un'idea delle problematiche nella clonazione ANCHE delle specie estinte), è di leggere questo libro:
http://www.internetbookshop.it/ser/serd ... 533&DB=104 ,
ormai non più aggiornatissimo, ma scritto in un linguaggio comprensibile a tutti. E' una lettura piacevolissima.
In due parole - e non da tecnico: qualcun'altro del Forum saprà spiegarti meglio - ti posso accennare che anche avendo il genoma completo, si ha solo una MINIMA parte di quello che serve; insomma, l'uovo (ed altre mille cose) è importante quanto quello che ci metti dentro.
Le possibilità esistono: non solo, in teoria si potrebbe addirittura incrociare il DNA di George con quello della femmina di una specie vicina, per ottenere una femmina della specie di George. I problemi sono che: 1) è ancora un po' presto per la scienza. 2) Ci vorrebbe una vagonata di soldi per spingere la ricerca. 3) Anche ammesso di arrivare ad una nascita, sarebbe tutto da dimostrare che il risultato sia EFFETTIVAMENTE una femmina di abingdoni.

Un'altra possibilità è cercare il DNA di una femmina nelle abingdoni conservate nei musei (ce n'è qualcuna): ma finora questo tipo di operazioni (provate, ad esempio, per il Thylacine) non ha avuto gran successo.

E' ovvio che si tratta di una serie di ipotesi molto affascinanti: chi non sarebbe curioso di rivedere un Dodo, un Alca Gigante, una Ritina di Steller? Sarebbe anche un buon modo di cominciare a ripagare il debito enorme che l'uomo ha contratto con la Natura negli ultimi secoli, sterminando queste creature meravigliose. Purtroppo non credo che la nostra generazione riuscirà a vedere molto, anche se sarei il primo ad essere felice (ed a dare appoggio a chiunque si impegni sulle tartarughe, magari le Cylindraspis).

C'è una frase del libro di De Salle che mi è rimasta impressa: parlando della difficoltà difficoltà del far funzionare il procedimento ANCHE avendo del materiale eccellente da cui partire, dice più o meno: "Se prendete tutti i pezzi che compongono una Porsche 911, e li buttate giù dalla tromba delle scale, difficilmente, in fondo, troverete una Porsche 911 pronta a partire."

Rende l'idea?

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Ale
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Messaggioda Ale » mer dic 20, 2006 9:06 pm

Ma il fatto di utilizzare il DNA "archiviato" di un esemplare per salvare la specie, implica automaticamente di incrociare questo materiale genetico con un altro genoma.....clonare un esemplare è una cosa solo fine a se stessa (a pare tutto il discorso inerente le staminali e l'utilizzo di "pezzi di ricambio"), perchè il meccanismo della clonazione consiste "semplicemente" nel ricreare un esemplare, incluso il suo sesso; ciò significa che questo procedimento non rappresenta alcuna zattera di salvataggio x le specie a rischio(almenocchè non si voglia ricreare una popolazione di piccoli George, tutti maschi e tutti ottenuti in laboratorio).
Lìideale, come avete già detto, sarebbe reperire delle cellule femminili....ma il materiale genetico degli esemplari esposti nei musei è generalmente molto degradato (anche se c'è uno studioso giapponese totalmente convinto di riuscire ad estrarre un genoma completo da carcasse di mammuth, e di impiantare il nucleo col genoma in un utero di un'elefantessa(c'ha scritto pure 1 libro)).

anto
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Messaggioda anto » mer dic 20, 2006 9:44 pm

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Non vorrei dire una cavolata...la butto li a caso...ma se proprio non si riesce a trovare una compagna per george, per evitare che la sua sottospecie si estingua (se non sbaglio è l'unico esemplare trovato in vita di geochelone nigra abingdoni), non si potrebbe provare con la clonazione??


Antò hai detto nà cavolata!!!!:D:D:D:D


Ciò provato..;)!

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Messaggioda AleeHali » mer dic 20, 2006 11:30 pm

Seguo abbastanza la storia del mammuth, perchè la situazione lì è leggermente differente: infatti, le carcasse probabilmente disponibili sono ancora delle migliaia, molte con resti di tessuti molli, e conservate in ambiente certo non ideale, ma migliore di quello dei musei (nel permafrost). Purtroppo il cosiddetto Yarkov Mammuth, che sembrava promettente, si è rivelato una delusione, ma non è escluso che qualche sorpresa ci sia, magari anche con il rinoceronte lanoso, che mi sta ancora più simpatico.

Clonare George così com'è, ammesso di riuscirci (ma non credo sia impossibile) avrebbe un unico effetto evidente ed utile: quello di spostare il problema in avanti di un tempo teoricamente infinito.

Ciao

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Luca-VE
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Messaggioda Luca-VE » gio dic 21, 2006 12:16 am

Intanto grazie ad Aleehali per le sue discussioni sempre interessanti e mai banali.
Purtroppo non ho conoscenze per aggiungere nulla alla discussione.
Posso dire che pero' credo che un problema molto grosso siano i fondi, gli studiosi possono impegnarsi di brutto, ma se nessuno li finanzia...
Quoto il tuo discorso per le "fu" Cylindraspis V

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AleeHali
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Messaggioda AleeHali » gio dic 21, 2006 12:47 am

Bene, allora facciamo un patto: il primo che vince alla lotteria finanzia la ricerca, e tempo una decina d'anni ci facciamo fare un bel gruppetto riproduttivo di Cylindraspis...:D

E, tanto per ricordare cosa ci siamo persi..:

Immagine:
Immagine
66,62 KB

(Illustrazione da: Austin JJ, Arnold EN; 2001; Ancient mitochondrial DNA and morphology eludicate an extinct island radiation of Indian Ocean giant tortoises (Cylindraspis); Proceedings of the Royal Society)

Ciao

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platysternon
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Messaggioda platysternon » gio dic 21, 2006 10:24 am

ho letto che si è estinta nel '94 è vero?

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Messaggioda AleeHali » gio dic 21, 2006 12:20 pm

Nel '95 per la precisione... Ma del 1700... L'ultima testimonianza è a Rodrigues, mentre non se ne vedevano già più a Mauritius (dal 1778) ed a Reunion (dal 1754).

Sigh...

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Agostino
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Messaggioda Agostino » gio dic 21, 2006 1:25 pm

Durante il viaggio in aereo, abbiamo fatto una discussione interessante con Gabriele(ora non ricordo il cognome) dell'università di Tor Vergata(Roma) che collabora con il Charles Darwing Center, proprio sulle ultime notizie della ricerca su George, e di come purtroppo tutti i tentativi siano falliti; poi tempo fà ho avuto modo di fare uno scambio di mail con la ricercatrice italiana dello Yale Institute, Gisella Caccone, responsabile della ricerca genetica sulle tarte giganti sulle isole Galapagos ed in particolar modo su Georg.
Gabriele in questa missione era li per studiale le iguane, ma ha già lavorato anche sulle tarte.
Devo anche dire che l'incontro è stato molto utile per future collaborazioni col TCI; da parte sua ci è stata fatta la richiesta di individuare un certo numero di esemplari certi di varie specie di tarte per effettuare dei prelievi di sangue da esaminare per iniziare uno studio genetico specialmente sulle Thh e Thb e Thhercegovinensis, prima cosa per iniziare una banca dati certi che possono servire come base di partenza, poi anche se si siesce a trovare qualche differenza fra i vari ceppi regionali con l'utilizzo di una nuova tecnica.
Quindi chi sa con sicurezza l'origine di alcune delle proprie tarte e vuole collaborare con noi, ci dia disponibilità, poi provvederemo noi a programmare gli interventi per venire a fare i prelievi; ricordate che non saranno in alcun modo dannosi agli esemplari.


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