Messaggioda Stefano_A » sab mag 12, 2007 8:14 am
a prescindere dall'affezione per abitudine ad un nome piuttosto che ad un altro (ricordo anni fa, sempre in ambito di rettili, ben più critica in questo senso la soppressione del genere monospecifico "Chondropython", e la relativa annessione della "viridis" al già esistente "Morelia"...ma questa è un'altra storia...), è comunque quanto mai doverosa una suddivisione all'interno del genere Geochelone. Un genere TROPPO vasto per poter rendere "effettivamente" conto della tipizzazione di tutte le sue specie, peraltro caratterizzate da una biogeografia particolarmente estesa e frammentata. D'altra parte, in senso opposto, riconosco con Luca la necessità di una sottocategorizzazione a livello subspecifico che distingua, tanto per citare qualche esempio, le diverse popolazioni di sulcata, le provenienze geografiche di elegans o, ancora, le varietà locali di carbonaria (ma nel suo piccolo questo è un discorso valido per ogni taxon a vasta distribuzione geografica). Secondo me non era peraltro tollerabile che con questa sorta di etichetta tassonomica, talmente generica da non rappresentare specificamente più nulla se non un gruppo di "tesuggini terrestri tropicali", si indicassero "indistintamente" le giganti delle Galapagos come quelle dell'Oceano Indiano, le forme sub-sahariane come quelle endemiche delle foreste sudamericane; tipico esempio di dicitura che per indicare troppo non distingue più nulla. In un'era scientifica in cui le discriminazioni tassonomiche avvengono sulla capillare distinzione offerta da analisi genetiche sempre più rigorose, è quindi impensabile non erigere nuovi generi che tengano in considerazioni legami filogenetici ben più ravvicinati e significativi di quanto un tempo esami limitati al solo fenotipo lasciassero supporre.